lunedì 11 giugno 2012

La storia e la tradizione secolare del Carnevale di Venezia

Il Carnevale di Venezia è uno dei più noti, famosi, celebrati e visitati carnevali del mondo. Questa festa di carnevale, che riempie la città di Venezia di turisti provenienti da tutto il mondo, ha origini molto antichi, risale al dodicesimo secolo, quando il Doge veneziano Vitale Falier nel 1094 scrisse in un documento di feste e divertimenti in cui partecipava tutta la cittadinanza usando per la prima volta nel corso della storia la parola Carnevale.
Il Carnevale veneziano nasce come manifestazione, come festeggiamento di piazza in cui i la oligarchia veneziana, ovvero i poteri forti e le famiglie nobiliari della Serenissima Repubblica di Venezia, dava feste, divertimento, canti e balli al popolo per tenerlo buono, per dare un sfogo sociale agli istinti della popolazione, esattamente come facevano i romani con gli spettacoli circensi. In questi periodi la città si riempiva di turisti e di residenti, bramosi di partecipare a questa festa collettiva in cui i festeggiamenti e la musica la facevano da padroni.
I festeggiamenti avvenivano in maschera, in questo modo ci si poteva nascondere dietro un volto idealizzato della tradizione e della cultura popolare, livellando i dislivelli sociali, mettendo i poveri contadini o marinai sullo stesso piano sociale dei nobili, questo ovviamente solo per poche giorni in un anno, in cui i ceti inferiori si potevano permettere di deridere pubblicamente, di schernire e di fare battute divertimenti sul ceto dirigente, sulle grandi famiglie nobili e sui rappresentanti pubblici, con una specie di immunità sociale, un lasciapassare all'ironia e al buon umore dato dalla festa. Ovviamente la nobiltà e i dogi di Venezia vedevano di buon occhio questa cosa e la tolleravano ampiamente dal momento che preferivano uno sfogo sociale ben definito e delimitato in una dimensione spazio temporale. In sostanza, e forse giustamente, si pensava che fosse meglio farsi prendere in giro per una settimana, e poi vivere in anno in tranquillità, che negare questo diritto e rischiare una sommossa, una rivoluzione, una rivolta, una ribellione popolare per prendere il potere che non era loro concessa. In sostanza è un ammortizzatore sociale, una valvola di sfogo per i ceti bassi ampiamente concessa e ben gestita dai ceti alti, dalla autorità e dagli aristocratici. Questa libertà di parola, di espressione, nascosta dall'anonimato data da una maschera per pochi giorni all'anno, era sostanzialmente una valvola di sfogo sociale concessa dalle pubbliche autorità veneziane, ed era tanto più importante quanto più strette erano le regole della vita sociale, la morale comune e l'ordine pubblico.

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